CORREA INTER INTERVISTA - Insieme a Lautaro e Josep Martinez, Joaquin Correa è stato il protagonista della seconda puntata di Team Talks, format prodotto da Inter Media House in collaborazione con Betsson Sport. Di seguito le sue parole.
"Ai miei inizi con Veron, con il quale ho condiviso tantissimo, è una persona che mi ha insegnato tantissimo. Ero già grande, ma mi ha insegnato tanto anche fuori dal campo ed ho capito la differenza fra i giocatori normali e quelli forti forti".
"Era più piccolo, stava iniziando (ride, n.d.r.). Poi ci siamo trovati in Nazionale e anche qua. Però ovviamente sì, Lauti è un campione".
"Sì, sono arrivato il giorno prima della partita, un po' tutto di fretta. Lautaro mi ha fatto sentire subito a casa e come lui tutti i ragazzi. E' bello vedere ora come stiamo tutti insieme".
"Sì, mi ha impressionato il cambiamento. Ho visto il campo sportivo quanto è cresciuto, dal gruppo già mi mandavano messaggi prima che arrivassi, questo ti fa capire che siano brave persone e che vogliano raggiungere tutte lo stesso obiettivo".
"Quando abbiamo alzato dei trofei. Quella sensazione è la più bella, al di là dei momenti personali. Quando alzi trofei vedi tutti felici, quella è la cosa più bella che ci sia".
"L'esordio è stato qualcosa di molto bello, a Verona. E poi tornando dopo anni a Verona a giocare di nuovo titolare quest'anno, dopo un anno lontano mi sono sentito molto bene. Ma come dicevo gli obiettivi raggiunti di squadra, le coppe alzate e la finale raggiunta a Istanbul sono la cosa migliore".
"In una parola? Campione. E' devastante, quando lui sta bene, la squadra sta bene. E' super importante per noi".
"Estudiantes (ride, n.d.r.). Mio padre è del River e mi portava a vedere le partite, magari un po' di più il River quindi. Ma prima l'Inter, ovviamente".