CALCAGNO SERIE A LEGA PRO - Il Vice Presidente dell'AIC Umberto Calcagno, intervenuto su Radio Uno Rai, sottolinea l'enorme "disparità economiche tra Serie A e Lega Pro".
Umberto Calcagno, Vice Presidente dell'Associazione Italiana Calciatori, intervenuto sulle frequenze di Radio1 Rai, nella trasmissione "Sabato Sport", ha parlato dei piani futuri dell'AIC: "Stiamo già lavorando sull'ipotesi di poter andare otre il 30 giugno: abbiamo tutti la responsabilità di mandare avanti i campionati se l’epidemia, e chi decide sulla nostra sicurezza, ci darà la possibilità di completarli.
"Non possiamo farci trovare impreparati. Tutti i tecnicismi, come ha indicato la FIFA, sono superabili. Tornare a giocare vorrebbe dire essere usciti dalla fase più critica del nostro Paese. E il calcio potrebbe dare una mano al ritorno alla normalità regalando qualche sorriso. Le linee guida stilate dai medici sportivi sono una garanzia per tutti noi. In Federazione c’è una commissione che sta lavorando assiduamente, ma saranno vari step a dirci quando poter riprendere, partendo dall'autorità governativa che ci dovrà dare una data, e per quella data, se mai ci sarà, sicuramente ci faremo trovare pronti".
"Sono convinto che se non riusciremo a completare i campionati, e purtroppo le esperienze passate ce lo insegnano, il prossimo campionato rischi di partire molto più tardi a causa del contenzioso che si creerà sui due terzi di campionato già disputato. Abbiamo la responsabilità sportiva di decretare promozioni e retrocessioni. Qualcuno resterebbe scontento Il mio augurio è che la stagione si possa concludere".
Calcagno spiego così il motivo per cui nessuna delle parti sociali abbia avuto il mandato dall'intera categoria dei giocatori: "Tra Serie A e Lega Pro ci sono differenze enormi ed è impensabile che, anche all’interno della stessa categoria, si possa tracciare una linea comune per tutti. Ci sono differenze anche all’interno delle stesse squadre. C’è chi ha scadenza di contratto datata 30 giugno. Chi ha un biennale o un triennale in essere. Per cui scaturiscono contrattazioni che devono essere fatte di persona in persona".