BRANCA MOURINHO INTERVISTA - In un'intervista concessa al Corriere dello Sport, l'ex direttore dell'area tecnica nerazzurra dell'era Moratti, Marco Branca, ha parlato della sfida tra l'Inter e la Roma di Josè Mourinho e dei ricordi legati all'anno del triplete.
"Stupefacente la velocità del pensiero con cui arriva alle sintesi. Per essere stimolante, José ha bisogno di avere intorno persone stimolanti. Gente che dice quello che pensa e non quello che lui vorrebbe sentirsi dire. Mai detto che stava sbagliando o meno. Gli esponevo il mio punto di vista. Il suo talento era di ascoltare e sintetizzare. Mi sono trovato alla grande con lui. Conosci gli allenatori, lui non è mai stato ossessivo con me nel periodo dei mercati. Via via ci siamo annusati e conosciuti, fino a quando bastava un nulla per capirci. Dalle sette del mattino s’informa su ogni cosa, sul mondo. Arriva all’allenamento preparato al massimo con tutto quello che può servire alla sua squadra. È un allenatore che sa essere molto affettuoso con i suoi giocatori, capace di grandi tenerezze. Mou è una persona ampia, con una grande gamma".
"Non cambia nulla. Vuole vincere. Non c’è una partita in cui Mou non voglia spasmodicamente la vittoria. Se stravince, è ancora più contento. Per me José è attualissimo. È un allenatore completo, certo con le sue corde, ma capace di adattarsi a qualunque contesto. Lo vedo alla Roma attuare schemi che da noi all’Inter non faceva quasi mai»
"Quello fu paradossalmente tra i più tranquilli. La chiave della partita era chiara: dovevamo soffrire ed essere bravi dal punto di vista tattico. Altri intervalli furono decisamente più movimentati.Quello di Kiev contro la Dinamo di Shevchenko. Vincemmo in inferiorità numerica con un gol di Sneijder a due minuti dalla fine. All’intervallo stavamo perdendo. Mou partì con toni pacati, alzandoli via via. C’era questo lettino di acciaio puro, una settantina di chili. Finita la sua arringa, José lo ribaltò, urlando cose irripetibili alla squadra. Funzionò".
"Probabilmente, sentiva che non sarebbe stato emotivamente preparato a un distacco dopo essere stato coinvolto in tutte le celebrazioni del triplete. Sarebbe stato molto più difficile. Ma va bene così. Resta l’impresa enorme costruita insieme, sportivamente ed emotivamente".