BASTONI INTER SERIE A - Nella mattinata di oggi, La Gazzetta dello Sport ha dedicato la prima pagina alla lunga intervista con Alessandro Bastoni. Il calciatore nerazzurro ha trattato tantissimi temi. Andiamo a vedere quelle più importanti della sua intervista.
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"Con Conte eravamo attesi già da inizio anno. Stavolta no: non ricordo nessun addetto ai lavori che ad inizio anno metteva l'Inter davanti alle altre. E neanche noi sapevamo quali uomini, al di là dei calciatori, sarebbero arrivati in gruppo. Lo scudetto sarebbe una bella rivincita per noi che abbiamo fatto integrare i nuovi. Sarebbe un successo di gruppo".
"Vincere il derby è sempre bello, a prescindere dal fatto che possa decidere lo scudetto. Questo è solo un caso. Vogliamo la partita per noi stessi, per i tifosi, per tutto. Cinque vittorie di fila mi bastano? Assolutamente no. Neanche fossero 50 o 100. Direi lo stesso per qualsiasi avversario".
"L'idea di raggiungere quota 100 punti ci stuzzica, ma la priorità è la seconda stella. I 100 punti non sono un'ossessione e non sarebbe un fallimento non arrivarci".
"Tutto dipende dalla disponibilità e dall'atteggiamento mentale della squadra: se io vado in attacco, Lautaro e Mkhitaryan sanno che devono andare in difesa. Tutti difendono e tutti attaccano. C'è un codice da rispettare, sappiamo cosa dobbiamo fare".
"La catena Bastoni-Dimarco è la migliore catena mancina in Europa, a livello di intesa. So il movimento che farà lui, so come dargli la palla. C'è grande sintonia".
"Al momento dico che il mio futuro è all'Inter e sa perchè? Ogni volta che giochiamo a San Siro, passiamo con il pullman davanti ad un grande condominio dove c'è un signore anziano che sventola la bandiera dell'Inter. Lo trovo sempre lì, ogni volta. Sono queste le cose che rimangono. Io gioco per le emozioni. In futuro mi piacerebbe essere il capitano dell'Inter. Nulla vieta che possa esserci più di un riferimento, più di un capitano. È quello che stiamo vivendo noi: Lautaro è il veterano ma è ancora giovane e quando deve prendere decisioni extra-campo, ne parla sempre con il nucleo forte della squadra".
"All'Inter manca ancora l'abitudine a giocare alcune partite. Prima dell'arrivo di Inzaghi, l'Inter non arrivava agli ottavi di Champions League da un'infinità. Stiamo crescendo ancora. Basti pensare che essere usciti agli ottavi con l'Atletico Madrid, lo viviamo come un rammarico. Anni fa era quasi un evento essere eleiminati dal Liverpool vincendo ad Anfield. Questo è un grande cambiamento. La finale di Champions mi è rimasta qui...ed il Mondiale per club mi stuzzica".