
CHAMPIONS LEAGUE INTER LIVERPOOL CONFERENZA STAMPA - È il giorno della vigilia del big match di Champions League tra Inter e Liverpool. I nerazzurri e i Reds si affronteranno presso lo stadio di San Siro in occasione della 6ª giornata della fase campionato della competizione in quella che si preannuncia essere una vera e propria sfida spareggio. A tal proposito, il tecnico interista Cristian Chivu ha parlato in conferenza stampa dell'impegno contro la squadra inglese.
Domani sarà possibile replicare l'intensità vista nella partita contro il Como?
"Il Liverpool è la squadra che fa dell'intensità il proprio DNA: era così con Klopp e così è ancora con Slot. L'hanno scorso hanno vinto la Premier League e sono partiti bene anche quest'anno. Nonostante il recente periodo di crisi, sono una delle squadre più blasonate e maggiormente titolate a livello mondiale. Conosciamo il loro valore a livello collettivo ed individuale. Noi vogliamo metterci la stessa intensità. Sappiamo come viene vissuto il calcio in Inghilterra, ed è questo che permette loro di avere quel tipo di approccio alle gare. Tutto è replicabile, ma dipende dalla partita, dall'atteggiamento dell'avversario e dalla nostra tenuta. Giocando ogni tre giorni è complicato, e non mi sto lamentando ma sto riportando i fatti. Bisogna imparare a capire i momenti, ovvero quando bisogna spingere e quando bisogna rifiatare. Non bisogna perdere l'equilibrio. Noi stiamo cercando di trasmettere quella mentalità a questa squadra: io per primo capisco che in alcuni momenti bisogna abbassarsi. Già Thuram non penso possa andare avanti e indietro a pressare per venti volte. Bisogna sempre trovare l'equilibrio".
Squadre come Como e Liverpool sono, paradossalmente, più adatte al vostro stile di gioco piuttosto che quelle squadre che tendono a chiudersi?
"Si vedrà domani: a parole è sempre facile. Devi sempre portare in campo qualcosa che ti dia la possibilità di fare bene. Conosciamo l'intensità dei nostri avversari, ma siamo consapevoli anche noi di quello che possiamo fare perché abbiamo tenuto alto l'onore dell'Italia a livello calcistico. Del resto, non si raggiungono tre finali europee nel giro di cinque anni così facilmente. E questo a prescindere dai risultati finali: il merito va riconosciuto".
Sembra che sia improbabile che Salah venga convocato a causa dei rapporti incrinati con Slot. Cosa rappresenta questo giocatore?
"Sappiamo cosa rappresenta per il calcio mondiale e conosciamo il suo valore. Non è una mia preoccupazione. So però che ci sono tanti giocatori che possono sostituirlo. Si parla di squadra, non di individualità. Dobbiamo preoccuparci di cosa farà il Liverpool come collettivo".
Notizie su Akanji?
"Oggi non si è allenato perché aveva l'influenza: vediamo domani".
Acerbi, dopo un periodo di appannamento, sembra tornato quello della scorsa stagione. In questo momento, anche per questioni anagrafiche, è in grado di giocare tante partite in pochi giorni e con questa intensità?
"Penso che sia il giocatore con più minuti disputati al pari di Akanji e Bastoni. Bisseck ha cominciato a far vedere quello che ci aspettavamo da lui. In base all'avversario e alle mie intuizioni, faccio le mie scelte. Acerbi anche negli anni passati ha dimostrato di poter giocare più partite in più giorni. Lui recupera in fretta".
Nelle ultime uscite è cambiato qualcosa nel modo di difendere sui piazzati? Siete passati da una difesa a zona mista ad una pura?
"La zona mista c'era anche quando voi giornalisti avete fatto un caso sul gol subito contro l'Atletico Madrid. Prima veniva interpretata come un disturbo, soprattutto dalla seconda linea. In questo momento andiamo più sulle marcature che sul disturbo".
Come stanno Dumfries e Darmian?
"Sono ancora fuori ma non so per quanto: entrambi stanno migliorando. Matteo sta per iniziare il programma di reinserimento; Denzel sta lavorando in palestra senza esagerare coi pesi sulla caviglia. Però cammina senza dolore".
Quanto sarebbe cruciale evitare di giocare i playoff, i quali cadono in periodo delicatissimo della stagione?
"Giocare due partite in meno è l'obbiettivo di tutti. Se poi dovesse essere così, dovremo essere pronti. In questo momento stiamo lavorando per dare minuti a tutti e accontentarli. Questo sarebbe cruciale anche per far si che chi ha giocato meno si faccia trovare pronto".
Una vittoria contro una squadra come il Liverpool azzererebbe totalmente le scorie della scorsa stagione o queste sono già state smaltite?
"Bella domanda: è difficile sapere al 100% cosa c'è nella testa dei calciatori. Quello che so per certo è che loro lavorano tutti i giorni per essere competitivi fino alla fine. Quello che è successo l'anno scorso non si può cambiare e va accettato. Bisogna andare avanti a schiena dritta e testa alta per cercare di alzare il livello. Non so se vincere dia qualcosa o se perdere tolga qualcosa: io so che ogni volta che in stagione abbiamo perso abbiamo lavorato per superare il momento. Questo non è facile perché i ragazzi hanno dovuto superare cambiamenti importanti, ad esempio un allenatore nuovo con nuove idee. Questo, dopo quattro anni agli ordini di un allenatore che ha fatto grandi cose, può generare confusione. Dobbiamo riuscire a superare tutto questo per andare lontano".
In questa stagione avete azzardato esperimenti inediti (es. Diouf a destra) dopo che questa squadra era risultata un po' statica. Adesso, siete una delle squadre più dinamiche del campionato. Il merito va dato anche alla disponibilità dei calciatori?
"Io sono contento di quello che stanno facendo. Io non metto muri, ma costruisco ponti. Ho la fortuna di allenare giocatori che apprezzano questo tipo di comportamento nonostante possano essere un po' confusi all'inizio. Ma il caos è positivo perché ti induce a pensare. A me fa piacere la loro disponibilità. I nuovi mi hanno dato massima disponibilità e mi hanno permesso di fare anche cose che magari per voi non solo il massimo ma che sono funzionali a dare il proprio contributo alla squadra".