
CHAMPIONS LEAGUE INTER KAIRAT ALMATY CONFERENZA STAMPA - Giunti alla vigilia della sfida tra Inter e Kairat Almaty, incontro valido per la fase di campionato di Champions League, il tecnico nerazzurro Cristian Chivu ha rilasciato alcune dichiarazioni in conferenza stampa.
Quanto conta la differenza nella qualità a livello di organico e quanto le dà fastidio che qualcuno dica che siete a punteggio pieno perché avete avuto gare agevoli?
"Io non ascolto cosa dicono gli altri di noi. Domani ci aspetta una gara non semplice perché in questa competizione non è mai scontato vincere come non lo è in campionato. Bisogna accettare il fatto di affrontare una squadra che ha vinto quattro turni preliminari eliminando squadre serie come Celtic e Slovan Bratislava. Le partite non sono mai semplici, ma se qualcuno vuole pensarla differentemente faccia pure".
Lei da tecnico ha portato tanta nuova fiducia. In cosa l'Inter deve ancora migliorare?
"Possiamo sempre migliorare e lavoriamo per questo. Noi lavoriamo anche per accettare il fatto che quando si cade si deve reagire. Dobbiamo essere consapevoli del fatto che ci saranno momenti in cui saremo di nuovo dentro la tempesta perché il calcio è così. Ho a che fare con ragazzi maturi e responsabili. Mi è piaciuto per esempio come ha risposto Carlos Augusto ad alcune delle vostre domande volte a metterlo in difficoltà. Noi vogliamo costruire un gruppo unito e consapevole del fatto che le insidie sono dietro l'angolo e che bisogna mantenere la testa dritta anche per godersi il sole".
Alla luce dell'impegno di campionato contro la Lazio, ritiene possibile vedere Bonny e Pio Esposito insieme dal 1' domani sera?
"Domani avremo tutti gli attaccanti a disposizione. Io non parto mai dal presupposto di dover risparmiare uno o l'altro alla luce di un impegno successivo perché tutti possono essere potenziali titolari. Quelli che subentrano sono decisivi e ti danno qualcosa in più, ma questo non vuol dire che chi esce abbia fatto male. I cambi sono concepiti anche nell'ottica di ridare un po' di energia. Su Lautaro Martinez si sta creando un caso che non esiste: se non segna un attaccante, creiamo comunque le condizioni per far segnare altri. Mi risulta che siamo ancora la squadra che segna di più di tutti in campionato. Qualcuno ripesca spesso il dato sui gol subiti, ma a me va bene vincere anche 4-3 piuttosto che vincere 1-0".
Che momento stanno vivendo Acerbi e de Vrij visto che il loro utilizzo è diminuito?
"Per me esiste solo il campo. Io tutti i difensori che ho a disposizione, eccezion fatta per Carlos Augusto (ride - n.d.r. -), possono giocare indifferentemente da quinto, da centrale o da terzo. Sono tutti bravi, sanno palleggiare e sono strutturati fisicamente. Bisogna sempre accettare le mie scelte perché sono sempre fatte per il bene della squadra".
Queste scelte sul centrale variano in base all'avversario di turno o sono basate sul merito del singolo?
"Io mi prendo la responsabilità di quello che faccio. Ora si sta cercando di fare polemica. Io valuto di volta in volta e a turno ritengo che il ragazzo in questione può fare il meglio per la squadra. Io parto dal merito, ma tutti hanno sempre dato il massimo. Poi chiaramente tutti hanno degli alti e bassi. Magari qualcuno si inc***a perché non ha giocato quanto si aspettava. Io tengo sempre a mente il minutaggio e cerco sempre di accontentare tutti senza creare squilibri. Qualcuno mi farà notare il fatto dei 12 gol subiti in campionato: ribadisco il fatto di prendermi le mie responsabilità e per me non è un problema".
Come sta Josep Martinez? Quando sarà possibile rivederlo in campo?
"Per noi è importante integrarlo nel gruppo e fargli sentire il nostro appoggio in un momento di difficoltà che non auguro a nessuno. Vi posso garantire che è molto più difficile di quanto si possa pensare vivere una situazione del genere, al netto delle indagini che dovranno essere svolte. Sembrerebbe non avere colpe, ma il fatto che una persona non c'è più per un motivo che ti riguarda è un qualcosa che ti rimane sulla coscienza. Dobbiamo stargli vicino e anche lui deve capire che purtroppo la vita non va come vuoi".
Come può un allenatore a tenere un equilibrio nel giudicare i momenti positivi e negativi?
"La prima regola è saper perdere: se non sai perdere, non saprai mai vincere. Io alleno dei professionisti che pensano prima allo stemma e poi al nome sulla schiena. Bisogna lasciare da parte l'ego e capire l'importanza del gruppo. Dobbiamo capire che la perfezione non esiste e che bisogna saper tenere la schiena dritta nei momenti bui. Forse qualcuno fuori non riesce ad accettare la sconfitta perché dà per scontato che vincere sia facile e che basti basarsi su questioni finanziarie per vincere. Io alleno uomini veri che hanno un sogno e che svolgono il mestiere che sognavano da bambini. Carlos Augusto, per esempio, ha detto che sogna di andare al Mondiale. Questi sono i veri valori che vanno trasmessi ai piccoli".
Lautaro Martinez quando non segna sembra appesantirsi. Come si può favorire questo passaggio mentale per fargli capire che è un giocatore importante per voi anche se non va in rete?
"Deve sorridere. Il suo senso di responsabilità e leadership ogni tanto gli annebbiano i pensieri. Io gli ho detto che deve essere cosciente del lavoro che fa e deve esserne orgoglioso, ma deve anche imparare a sorridere".