Chivu: "Questa squadra ha certezze, non devo stravolgere ciò che ha"

12 Settembre 2025
- di
Vincenzo Zurzolo
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Cristian Chivu
Tempo di lettura: 5 minuti

CHIVU INTER CONFERENZA STAMPA - L'allenatore dell'Inter Cristian Chivu ha parlato in conferenza stampa alla vigilia dell'attesissimo derby d'Italia contro la Juventus, anticipo della terza giornata del campionato di Serie A.

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"La squadra ha lavorato bene, quelli che erano qua con noi, poi gli altri sono stati in Nazionale, che ti dà qualcosa a livello mentale e dell'energia: puoi ritrovare i tuoi compagni, parlare nella tua lingua, staccare un po'. Oggi è il primo giorno che abbiamo il gruppo a disposizione: lo abbiamo avuto frammentato in questi giorni, man mano che rientravano tutti. L'importante è che stiano tutti bene".

Quanto vale la sfida con la Juventus: "Siamo ancora alla terza giornata, il bello del calcio è che prima o poi devi affrontare queste partite. Non bisogna caricarla ulteriormente, anche perché entrambe le squadre sanno cosa rappresenta questa sfida. Bisogna trovare l'energia giusta, la mentalità giusta e la serenità per capire i momenti della partita che sarà".

Sui difetti su cui lavorare: "Non ho parlato di difettucci, ma di certezze: questa squadra ha certezze, sa fare determinate cose. Ho parlato di togliere qualcosa che non mi era piaciuto. Devo essere coerente e avere l'intelligenza di capire cosa questa squadra sa fare e cosa potrebbe fare, senza stravolgere le certezze che già ha. Io non sono qui per stravolgere tutto, è impossibile farlo: è una squadra che ha vissuto buoni momenti negli ultimi anni, stando al vertice del calcio italiano ed europeo. Devo aggiungere qualcosina per far sì che ritrovi passione, fiducia e l'energia giusta per portare avanti il campionato. Trovare l'energia e gli stimoli giusti per portare a buon fine gli obiettivi di questa squadra".

Su Akanji e l'addio di Pavard: "Non credo sia importante come sia arrivato questo cambio, l'importante è che è stato fatto. Akanji ha dimostrato di essere un giocatore importante, doveva venire già qui prima che scegliesse il City. Ha un valore internazionale, può essere un valore aggiunto per questo gruppo, come gli altri 21 giocatori. Tutti sono importanti, tutti devono dare il contributo alla rincorsa per raggiungere gli obiettivi di questa squadra. Sono molto contento di quello che ho a disposizione, per me questi 21 giocatori di movimento sono i migliori che ci sono in circolazione. Sono contento di loro".

Cosa si aspetta dalla squadra: "Siamo consapevoli di quella che è l'andatura di una stagione, poi le partite le vinci o le perdi: non cambia niente se le perdi ora o dopo. Non vengo a parlare dei precedenti del passato, guardo a quello che è oggi per migliorare il domani. Siamo consapevoli dell'importanza di una partita con la Juve, ma non cambia niente: ci sono alti e bassi in una stagione. Bisogna accettare che quando le cose non girano come dovrebbero bisogna sciacquarsi la faccia e lavorare sodo, perché c'è solo una via nel mondo del calcio, dello sport e in generale: imparare dalle sconfitte, dagli errori e andare avanti con motivazione, coraggio e personalità. Solo così si può crescere e capire l'importanza di una squadra".

Sull'atteggiamento conservatore: "Abbiamo un'identità, cerchiamo di portare avanti un lavoro. Poi ci sono i momenti della partita da capire, quando si possono fare determinate cose e quando no, quando bisogna capire che il piano della gara, per un tot periodo di tempo, viene stravolto. Bisogna accettare di dover trovare soluzioni per reggere l'impatto di ciò che può accadere in una partita. Il nostro approccio è sempre quello: si va per giocare la partita, poi si trova la variante di ciò che ognuno può mettere a disposizione del gruppo, e cercare di essere dominanti e tirar fuori una prestazione che ti permetterà di mettere in difficoltà l'avversario".

Quanto vorrebbe vedere del suo Parma nell'Inter: "Per essere sempre coerente, non guardo al passato e non devo fare paragoni. Si parla di due realtà diverse, con ambizioni diverse e gruppi diversi. Tudor ha fatto un gran lavoro, ha raggiunto l'obiettivo della Juve, la partecipazione in Champions League. Quest'anno ha ottenuto due vittorie, ha una buona identità, ha fatto un buon mercato per quelle che sono le idee dell'allenatore. Hanno ritrovato Bremer in difesa, che dà tanto e l'anno scorso gli ha tolto tanto. Non possiamo paragonare quella partita (Parma-Juventus, ndr): qui si tratta di un'altra squadra, c'è l'Inter con obiettivi diversi, che cerca di essere sempre dominante e sa le aspettative della nostra società. Ma non vuol dire che dobbiamo avere pressioni extra, che ci condizionano. Mi affido a quello che sappiamo fare, l'orgoglio dei campioni, dei miei giocatori, che alzino e trovino gli stimoli giusti per una partita del genere, dove le motivazioni contano di più".

Il processo di trovare gli stimoli: "È un processo continuo. Una volta trovati rischi di perderli, e devi cercarli di nuovo. Sono sempre gli stimoli e le motivazioni a fare la differenza: il cervello cerca sempre di farti brutti scherzi, e si allontana dalla fatica e dalla routine che può toglierti qualcosa. È un processo continuo che dura tutta la stagione, e serve per trovare stimoli a migliorare sé stessi e la squadra. Vale per lo staff come per i giocatori".

Sull'emozione alla vigilia di una partita così: "Ogni domenica mi chiedete se sono emozionato, basta (ride, ndr)... La vivo serenamente: so che ogni spreco di energia danneggia la mia lucidità. Sono consapevole di ciò che sto facendo, di cosa ho fatto, della preparazione mentale e fisica, sia da allenatore che da giocatore. Il resto è uno spreco di energia: se inizio a vedere fantasmi non hanno a che fare con la mia lucidità, e inizio a fare dei danni. Riposo bene, come capitava da giocatore, fondamentale per la fiducia dei compagni verso di me. È un modo di vedere la leadership, che spesso viene confusa con altre cose: a volte alza sia il livello individuale che di squadra".

Su Calhanoglu: "Ho un modo di lavorare e parlare con i miei giocatori, so cosa possono dare e qual è il loro livello in questo momento. Quello che ho visto nelle ultime 4 settimane è un ragazzo molto motivato, determinato a dare il massimo. Tutti si dimenticano che viene da due mesi e mezzo di stop: si era fatto male, ha cercato di tornare per la Coppa del Mondo e si è fatto di nuovo male. Poi ha avuto un'estate poco serena. Quando è tornato l'ho trovato bello motivato. Ha scelto di rimanere con noi, è pronto a darci una mano".

Sulla rosa a disposizione: "I miei 25 giocatori sono i migliori, non guardo gli altri. Sono felice di lavorare con un gruppo di ragazzi motivati, che ha trovato un po' di gioventù, visti gli acquisti fatti, nel portare in gruppo qualche 2003, 2004, addirittura un 2005 se penso a Pio (Esposito, ndr), che portano energia, determinazione, voglia di lavorare. Alzano il livello della squadra quando si trovano in campo".

Su Bisseck: "La gestione di un gruppo è la cosa più difficile per un allenatore. Bisogna tenerli tutti motivati, prima o poi sei consapevole che ti serviranno. Soprattutto per una squadra che gioca le competizioni europee, con un mese in cui giocherà sei partite. Bisseck è entrato nella critica perché è facile giudicare, creare un'opinione su un giocatore che non ha mai avuto la continuità per farsi vedere durante le partite. Se al primo errore viene messo al muro è ovvio che non riuscirai mai a farlo crescere con la mentalità giusta, a portargli l'autostima che serve a un giocatore per fare una bella carriera. Ha fatto errori, ne fa e ne continuerà a fare. La scelta di Bisseck è stata fatta perché abbiamo bisogno di lui".

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