Chivu: "Dobbiamo passare il turno. Urawa? Mi piace il calcio giapponese"

21 Giugno 2025
- di
Redazione NR
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Il tecnico dell'Inter Cristian Chivu in sala stampa Nerazzurrisiamonoi.it
Tempo di lettura: 2 minuti

CHIVU INTER CONFERENZA STAMPA URAWA - Questa sera alle 21.00 (ora italiana), l'Inter di Cristian Chivu sfiderà l'Urawa Red Diamonds in una gara già decisiva per proseguire il percorso nel Mondiale per Club. Di seguito le parole con le quali il tecnico ha presentato la partita in conferenza stampa.

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Le parole di Chivu

Sull'Urawa

“Partita difficile come tutte in questo mondiale. Ormai siamo a fine stagione e veniamo da 9 mesi di battaglia dove si è giocato ogni tre giorni. Siamo alla continua ricerca delle giuste energie per affrontare le partite. L'Urawa è una squadra molto pulita con dentro scuola europea ed americana. Sarà una partita difficile come le altre”.

Quando l'esordio in prima squadra di Pio Esposito?

“Pio l’ho conosciuto a 13 anni e mezzo e siamo cresciuti assieme praticamente, quindi sono curioso anche io. L’ho allenato in Primavera ed è stato un onore, poi è andato in Serie B. Lui viene da due campionati molto importanti in cui è cresciuto fisicamente e lo vedo più maturo anche dal punto di vista umano e sportivo. Si è ripreso, ha fatto due allenamenti con noi e domani avremo la possibilità di vederlo dall'inizio o a partita in corso”.

Ciò che è importante contro l'Urawa

“La partita stessa domani è la cosa più importante. Siamo ancora nella fase a gironi e servono punti per passare il turno ed è la cosa principale. La partita è fondamentale per entrambe. Ci sono sei punti in palio, bisogna far di tutto per raggiungere l’obiettivo del passaggio del turno. A me piace il calcio giapponese, l’ordine e la disciplina che le squadre giapponesi hanno. Tatticamente sono molto ordinati e puliti tecnicamente. Hanno aggiunto anche un po' di esperienza europea che aumenta la qualità. Gustafson è un giocatore che ammiro e ha un peso importante dal punto di vista tecnico, fisico e atletico”.

Centrocampo a due o a cinque?

"Dipende da come si fa fai la conta degli uomini perchè a volte può essere a due, altre volte invece a quattro o a tre. Poi io considero i giocatori sotto la punta centrocampisti che invadono l'area con più facilità. Non dimentichiamoci che questo non è un ritiro estivo in cui hai tempo e di preparare come mettere in mostra le idee. Prima del Monterrey avevamo fatto solo due allenamenti al completo, poi dopo la partita abbiamo concesso 48 ore per riprendersi perché, ripeto, sono stati nove mesi di battaglie. Per una squadra che gioca ogni tre giorni, l'allenamento migliore secondo me è il recupero. Quindi non si può cambiare tanto, si possono fare richieste e provare cose, cose che tra l'altro hanno già fatto in precedenza. Però abbiamo giocatori evoluti che sanno fare determinate cose, capiscono al volo le nostre richieste”.

Sull'ex nerazzurro Nagatomo

"Conservo ottimi ricordi di Yuto è un amico. Sono molto felice che giochi ancora e che stia facendo bene. L'ho visto in Nazionale e mi ha fatto piacere vederlo. Ho parlato anche con Suzuki che è suo compagno di squadra in nazionale, gli ho fatto i complimenti e gli ho mandato un grande abbraccio. Insieme all'Inter ci siamo trovati molto bene".

Che tipo di Inter vorrebbe vedere i n futuro?

"Tutti gli allenatori vorrebbero questo, ovvero una squadra dominante. Bisogna tirar fuori tecnica, personalità e voglia di tenere in mano il pallino del gioco e delle situazioni sia quando si attacca in verticale che quando si gioca in accerchiamento. Penso sia l'obiettivo di tutti gli allenatori e anche noi lo vorremo fare quando avremo a disposizione".

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