INTER BIG MATCH - Fino al 90' del derby contro il Milan la situazione era drammatica: una terza sconfitta consecutiva contro i rivali cittadini che avrebbe portato tante scorie e che avrebbe potuto scheggiare il continuo batti e ribatti tra Inter e Napoli nella corsa verso lo Scudetto. Invece, due gol in extremis - ovvero quello di de Vrij nella sfida milanese e quello di Angelino nello scontro dell'Olimpico tra Roma e partenopei - hanno permesso di "azzerare" tutte le discrepanze a livello di punteggio che si stavano andando a delineare. Sospiro di sollievo e testa alla prossima. Detto questo, c'è un punto cruciale nell'analisi della stagione interista che merita di essere analizzato: i troppo ondivaghi risultati nei big matches.
Come evidenziato dal Corriere dello Sport, la principale forma di "involuzione" da parte della compagine di Inzaghi è dettata dal non più infallibile approccio nei confronti degli scontri diretti. Nell'annata passata, qualsiasi big team in procinto di affrontare i nerazzurri era matematicamente certa - o quasi - di essere sconfitta in partenza. Nella stagione corrente, questa percentuale così nefasta si è gradualmente abbassata: il Biscione si è infatti scontrato con la sconfitta nel derby di andata, nel pirotecnico pareggio contro la Juventus e nelle più "tranquille" X maturate contro i campani e nella gara di ritorno contro la rivale cittadina. Gli unici successi contro le altre big del campionato sono infatti arrivate contro un'Atalanta in fase "cantiere aperto" a fine agosto e contro le due romane. A parziale discolpa dei calciatori meneghini, molti di questi scontri cruciali si sono piazzati in prossimità - prima o dopo che fosse - di sfiancanti e complessi impegni in Champions League. A prescindere da questo, vi è un unico modo per difendere il titolo da un possibile scippo firmato Antonio Conte: tornare ad azzannare le dirette concorrenti e spolparle fino all'osso.
