Tra i protagonisti dello scudetto nerazzurro c’è Giuseppe Marotta. L’amministratore delegato dei nerazzurri è stato l’albero maestro attorno al quale si è aggrappata l’Inter delle ultime cinque stagioni.
Arrivato all’Inter nel dicembre 2018, ha preso subito in mano una situazione molto spinosa, che da lì a qualche tempo sarebbe esplosa con il caso Icardi e con giocatori (Perisic e Nainggolan su tutti) che sembravano non totalmente integrati nella causa. Ha dovuto avere a che fare anche con la situazione Covid, la cessione di Hakimi per necessità dopo un solo anno, il caso-Lukaku e la difficile convivenza tra il belga e Edin Dzeko nella scorsa stagione.
Ma ci sono stati anche momenti positivi. Tra grandi acquisti azzeccati, la maggiore centralità data a Lautaro Martinez e al blocco italiano con Dimarco, Barella e Bastoni da tre anni a questa parte e parametri zero di lusso come Thuram, Mkhitaryan e, ovviamente, Calhanoglu.
Quello appena vinto dall’Inter è uno scudetto particolare per lo stesso Giuseppe Marotta, che con ruoli “burocraticamente” diversi, ma ruoli simili, ha alzato al cielo ben 10 scudetti.
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Il salto tra i grandi di Marotta parte dalla Sampdoria. Tra il 2004 e il 2009 riesce a portare a Genova giocatori del calibro di Cassano e Pazzini. E di condurre, di conseguenza, la squadra ai preliminari di Champions League. Tutto ciò, spinge la Juventus ad ingaggiarlo a partire dall'estate 2010. Era una Juventus ancora impallata, in piena crisi post-Calciopoli, che cercava ancora sé stessa. Il primo anno in bianconero non va benissimo: la Juventus non si qualifica in Europa e la stagione è deludente. Ma dall’anno successivo, la musica cambia.
La grande scelta è Antonio Conte, ex capitano della Juventus con un passato di successo come allenatore tra Bari, Siena, Arezzo e una parentesi non felicissima all’Atalanta. Conte è l’uomo deputato a riportare in alto la Juventus. E Andrea Pirlo, preso a parametro zero dal Milan, è il primo regalo per una squadra che nel tempo si rinforzerà.
La stagione 2011/12 è una cavalcata trionfale: campionato strappato dalle mani di un Milan, campione in carica e più quotato, senza mai perdere. La Juventus esulta per il tricolore e Marotta vincerà il suo primo scudetto. Il primo di una lunga serie.
L’anno successivo, la Juventus si migliora e perfeziona una squadra già al top. Marotta pesca dal Manchester United giovane sconosciuto di nome Paul Pogba. Nel frattempo, la Juventus fa dello Juventus Stadium (ora Allianz Stadium) il suo fortino, nonostante arrivi la prima sconfitta casalinga, per mano dell’Inter, il 3 novembre 2012. La Juventus è troppo forte e dietro le concorrenti non stanno al passo. Arriva il secondo trionfo consecutivo.
Una sola volta, nella sua storia, la Juventus aveva raggiunto tre scudetti di fila. Questa squadra, guidata dal generale Antonio Conte, può farlo. E lo farà in grande stile, nonostante l’eliminazione dalla Champions League nella fase a gruppi, una Coppa Italia amara ed un Europa League sfuggita in semifinale. Il mercato diretto da Marotta porta a Torino calciatori del calibro di Tevez e Llorente. E la Juventus batte ogni record: 102 punti, record nella storia del campionato.
A fine anno, però, qualcosa si incrina. Le incongruenze tra richiesta sul mercato e disponibilità economica portano Antonio Conte a rompere con la società. In una mattina di luglio, a stagione formalmente iniziata, Marotta si trova a dover scegliere un altro allenatore e a farlo in tempi record.
La scelta ricade su Massimiliano Allegri. La piazza rimpiange Conte e contesta il nuovo allenatore. Eppure, la Juventus, sotto l’egida di Marotta, è una macchina da guerra e non teme nessuno.
La prima stagione di Allegri è una passeggiata. La Juventus vince senza problemi lo scudetto e conquista una clamorosa finale di Champions League, persa contro il Barcellona a Berlino. È il punto da cui spiccare il salto verso l'élite.
La stagione 2015/16 è eroica: in estate Tevez, Pirlo e Vidal vanno via tutti e tre in un solo colpo e la Juventus soffre. Ma è l'inizio di un nuovo ciclo, che nelle figure di Mandzukic, Dybala, Khedira e Alex Sandro trova i suoi interpreti. La Juventus parte malissimo, ma realizza un clamoroso ribaltone ai danni del Napoli di Sarri e di un Higuain da record. L'autore è Zaza, uno dei volti noti acquistati da Marotta l’estate precedente.
La stagione successiva arrivano Szczesny, Daniel Alves, Pjanic e Higuain a “dare una mano”: l’obiettivo Champions League è dichiarato ufficialmente. Arriverà un altro scudetto dominato, un'altra Coppa Italia ed un'altra finale di Champions League. Ma contro il Real Madrid di Zidane, e nella sera di Cardiff, qualcosa si rompe e la Juventus perde ancora.
Nella stagione 2017/18 c’è il capolavoro della gestione Marotta e Allegri. Uno scudetto giocato in un clamoroso testa a testa con il Napoli e vinto dai bianconeri con un’incredibile prova di forza.
La stagione successiva la Juventus vuole calare il carico da novanta. Per la Champions League serve l’uomo capace di vincerne cinque in carriera e che negli ultimi due anni ha estromesso senza scampo la Juventus. Serve Cristiano Ronaldo.
Con il mondiale di mezzo, le voci si rincorrono, ma alla fine CR7 diventa un nuovo calciatore della Juventus. Una squadra perfetta, senza degne rivali in Italia. Ormai l'obiettivo è quello di dominare l'ennesimo campionato e puntare alla Champions League. Ed il progetto funziona alla perfezione, perchè quella Juventus divora qualsiasi avversaria in Italia e chiude, di fatto, le ostilità con largo vantaggio. In Champions, però, l'impresa non riesce ancora.
Marotta festeggia il suo ottavo scudetto. Ma c'è un particolare: il caso Ronaldo ha creato dissapori tra il dirigente e la società juventina. A dicembre 2018 si è concretizzata la frattura tra le parti. Giuseppe Marotta non è più il DG della Juventus, dopo 9 stagioni di collaborazione con il club.
Il passaggio da Torino a Milano è un vero e proprio stravolgimento. Marotta lascia una macchina perfetta, per prendere una squadra ancora da costruire. Il primo segnale dell'operato di Marotta all'Inter è Samir Handanovic nuovo capitano. Il secondo sarà, in estate, il cambio in panchina. L'Inter vuole vincere e Marotta si affida all'uomo che lo ha fatto vincere per la prima volta: Antonio Conte diventa il nuovo allenatore nerazzurro.
Arrivano colpi grossi rimangono i giocatori cardine e si lavora per il futuro, ma la squadra fa ancora fatica. Manca l'abitudine a vincere. E dall'altro lato ci sono ancora giocatori del calibro di Chiellini, Cristiano Ronaldo, Dybala e Higuain. Il primo anno, complice anche il caso Covid, l'Inter seconda. Ma tutto è pronto per il grande salto
Il resto è storia recente. L'arrivo di Achraf Hakimi, la rivalutazione di Perisic, tanti innesti a basso costo e una Lu-La spettacolare trascinano l'Inter allo scudetto del 2020/21. Eppure, manca ancora qualcosa. Lo scudetto si è giocato in un silenzio quasi tombale, data la questione Covid che ancora imperversa. L'Inter non se lo è goduto abbastanza.
A fine stagione, Marotta deve indossare nuovamente le vesti del mago e far fronte a molti problemi. Conte va via, Lukaku e Hakimi sono cessioni onerose che non si possono rifiutare. Urge trovare contromisure a basso costo e Marotta vara per la continuità e l'esperienza. Dentro Simone Inzaghi ma anche profili alla Dumfries, Dzeko. E, soprattutto, il grande scippo: Calhanoglu arriva a parametro zero dal Milan, per sostituire Eriksen.
L'Inter parte fiammante e fa terra bruciata nella prima parte di stagione. Ma da gennaio in poi qualcosa si intoppa. Il Milan vince in rimonta il derby e mette in crisi di identità l'Inter. Bologna Inter, rinviata a gennaio e giocata a fine aprile, finisce 2-1 per gli emiliani. Il Milan accellerare e si laurea campione.
L'Inter soffre, tutti sono in discussione, ma in estate l'approdo di Romelu Lukaku in prestito è la mossa per ambire allo scudetto. Però, l'Inter sbaglia ancora troppo ed in maniera banale. Troppe sconfitte in campionato, il Napoli lascia terra bruciata alle spalle: l'Inter si tira fuori da sola dalla lotta scudetto. Ma di lì a poco, le cose cambieranno.
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Tra novembre e dicembre 2022, si gioca il mondiale in Qatar. La Serie A torna solo a gennaio 2023 e la prima gara dell'anno solare è Inter Napoli: una rete di Dzeko costringe i partenopei alla prima sconfitta stagionale. L'Inter inizia a costruire qui la stagione che verrà. Raggiunge una clamorosa finale di Champions League, cedendo per 1-0 al Manchester City nella notte di Istanbul. Ma quella sconfitta, inietta nell'Inter la consapevolezza della sua forza.
Tra gennaio e settembre 2023, l'Inter impone il suo dominio cittadino: cinque derby vinti, con 12 gol segnati ed 1 solo subito. In estate, l'Inter viene stravolta: più di 50 giocatori lasciano Appiano Gentile. Vanno via Dzeko e Lukaku, vanno via capitan Handanovic ed Onana. Va via il totem Skriniar. Ed arrivano volti nuovi da mezza Italia...e da mezza Europa. Dal colpaccio Frattesi, a Thuram, fino al giovane Bisseck, quasi sconosciuto, e alla sorpresa Carlos Augusto.
Inzaghi, nel frattempo, affina le sue arti di gestore e allenatore e l'Inter fa un campionato quasi perfetto: se non fosse per la sconfitta col Sassuolo, sarebbe una squadra che è stata capace di laurearsi campione da imbattuta. Il 22 aprile 2024, nel derby di ritorno, l'Inter vince 2-1 e si laurea campione per la ventesima volta nella sua storia.
Ma in questa occasione, Giuseppe Marotta applica sulla giacca la sua speciale stella: per lui sono 10 scudetti. Vinti tutti da protagonista. Tutti da uomo simbolo.