CALHANOGLU INTER - L'arrivo di Hakan Calhanoglu nell'Inter è passato probabilmente troppo in sordina nell'estate 2021. Infatti il calciatore turco è approdato all'altra sponda milanese con lo status di "esubero" milanista, squadra in cui effettivamente non ha reso secondo le aspettative. Ma nella carriera di tutti gli sportivi ci sono le sliding-doors, ovvero dei momenti chiave che possono anche svoltare la vita sportiva dell'atleta. Il passaggio di Calhanoglu all'Inter è senza dubbio una di queste: infatti il turco si è ambientato al meglio nell'ambiente nerazzurro e, col tempo, è riuscito a diventare un elemento chiave nello scacchiere di Simone Inzaghi. Il tecnico ex Lazio è riuscito a migliorare notevolmente il numero 20 interista, specialmente da un punto di vista psicologico. É scattata nella testa del calciatore turco una scintilla, un qualcosa che gli ha permesso di trovare continuità e di diventare ancor di più un calciatore totale.
Sin dalla prima stagione con la maglia nerazzurra Calhanoglu ha messo in mostra tutto il proprio talento: 7 goal e 12 assist per il turco. Numeri importanti, considerando anche che è sempre stato impiegato nei tre di centrocampo, quindi non nella posizione di trequartista che ricopriva con la maglia del Milan. Ma la vera consacrazione del calciatore ex Bayer Leverkusen arriva a partire dalla stagione successiva: 3 goal e 6 assist, ma una nuova posizione in campo. Infatti per via dei problemi fisici di Marcelo Brozovic, Simone Inzaghi lo reinventa mediano, perno del centrocampo davanti alla linea difensiva. Il turco contro ogni pronostico si scopre come un giocatore di intelligenza tattica fuori dal comune, in grado di intercettare molti passaggi avversari e di fare da scudo protettivo della retroguardia nerazzurra come, se non meglio, il croato.
Se pensiamo all'Inter di oggi, viene difficile pensare ad una formazione titolare che non preveda la presenza del numero 20. Hakan Calhanoglu si è preso in mano la Beneamata ed ha trovato la sua dimensione ideale, come stile di gioco ma anche come ambiente di lavoro. Dal punto di vista mentale, per un calciatore, ma anche per uno sportivo in generale, sentirsi in mezzo a persone che ripongono fiducia in lui rappresenta la condizione ideale per tirar fuori il meglio del proprio potenziale. Nell'Inter, Calhanoglu ha trovato appieno questa condizione; l'affetto dei tifosi interisti si è fatto sin da subito sentire, ed è andato in crescendo fino a quando il turco è diventato uno dei primissimi beniamini del popolo nerazzurro. Dal canto suo, il classe '94 ha ripagato tifosi e compagni di squadra con prestazioni solide e quasi mai al di sotto dei propri standard. Con il passare del tempo l'ex calciatore del Milan è diventato sempre di più il cervello in campo dell'Inter, una sorta di secondo allenatore per intelligenza tattica.
Con ogni probabilità il calciatore turco è diventato uno dei pilastri di cui l'Inter di Inzaghi non può fare a meno. L'ex Milan è diventato infatti il metronomo dei nerazzurri, sempre al centro della manovra e sempre a prendersi la responsabilità di muovere il pallone e dettare i tempi di gioco. La nuova versione di Calhanoglu è un mix di qualità e quantità che pochi altri centrocampisti possono vantare, motivo per cui Simone Inzaghi difficilmente rinuncia al giocatore turco. Se il centrocampo dell'Inter viene visto come uno dei più completi d'Europa, lo si deve anche, ma soprattutto, a lui. Da trequartista a playmaker basso davanti alla difesa, la trasformazione del calciatore turco da parte di Simone Inzaghi è sotto gli occhi di tutti. La visione di gioco di Calhanoglu permette all'Inter di poter creare occasioni pericolose dal nulla, rendendo la manovra nerazzurra più imprevedibile. Da evidenziare è però la fase difensiva del calciatore turco, sia per attitudine che per qualità degli interventi in fase di recupero del pallone. Una trasformazione completa ed inaspettata pensando al giocatore che abbiamo visto fino alla sua esperienza in rossonero, una trasformazione che ha permesso però all'attuale mente interista di affermarsi come uno dei migliori centrocampisti d'Europa (guai a dirlo a lui, visto che si sente senza dubbio il migliore al mondo nel suo ruolo).
Articolo a cura di: Kevin Martorano