INTER MAROTTA INTERVISTA - L'amministratore delegato dell'Inter Giuseppe Marotta, in un'intervista ai microfoni di Radio Serie A su RDS, ha parlato di diverse tematiche relative al mondo nerazzurro.
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"Chiusura oggi? No, è impossibile ma siamo messi bene, è obbligatorio essere ambiziosi. Non vogliamo illudere i tifosi, teniamo alti gli obiettivi. Quali? Prendere gente competitiva, d'esperienza, con autorevolezza e che deve essere forte. È una delle leggi del calcio: bisogna creare un mix tra giovani e meno giovani, solo con i giovani non si vince".
"Questo è il mio 47° mercato, è diverso da ciò che era il calcio degli anni '90; dobbiamo cercare operazioni che diano vantaggi. Non siamo più nelle condizioni di fare investimenti, anche nei bilanci il player trading è diventato una caratteristica".
"Per me è competitiva; facciamo valutazioni interne soggettive e poi ci confrontiamo con gli avversari. Le candidate per lo scudetto sono sempre le solite: partiamo alla pari con tutte".
"Bisognerebbe aprire un altro capitolo. È venuta meno la serietà e il rispetto dei ruoli: alcuni dicono sì oggi e domani no. Dobbiamo adattarci ad un sistema cambiato anche nei valori, sono regole della vita e ci si deve stare. Le bandiere non ci sono più, i calciatori sono guidati dai loro agenti. Giocatori come Mazzola o Rivera restavano sempre in un solo club, oggi anche i big si muovono, muovendo denaro".
"Bisogna adattarsi e capire che ci sono situazioni e obiettivi che pensavi di raggiungere e poi non ci riesci. L'operazione Lukaku ha lasciato tanta delusione, uso solo questo termine; lui farà la sua strada e noi no. In Italia? Credo di no, non so leggere le sue dinamiche e del Chelsea".
"Invidia? No. Ci sono squadre che stanno facendo bene; le società hanno lavorato tutte bene".
"Correa vuole spazio, non siamo indifferenti a questo. Non tratteniamo i giocatori per forza, Ausilio sta ragionando insieme a lui. Se decide di andare via, proveremo ad accontentarlo. Sanchez è andato via a malincuore, ha mandato segnali di ritorno: questo è vero ed è positivo".
"Quando un giocatore viene richiesto da un club più potente e ricco è difficile trattenerlo; davanti a richieste importanti i club italiani per forza dicono sì. Onana è arrivato a parametro zero, è stata una bella intuizione di Ausilio, un'operazione positiva. Guadagnerà di più; noi manager dobbiamo avere un'attività di scouting più pronunciata e trovare il sostituto".
"Il fenomeno è arrivato all'improvviso; molte leghe europee non erano pronte, non abbiamo ancora decifrato l'effetto. Dal punto di vista dello spettacolo sportivo la qualità è salita, hanno preso 22 giocatori di fascia importante. Non è come la Cina, dove prendevano calciatori in pre-pensionamento: gli arabi hanno preso giocatori veri, e le società europee hanno incassato. Ora dobbiamo negoziare i diritti TV, questa invasione del calcio arabo può incidere. Non escludo possano arrivare richieste per calciatori nostri e di altri club, ma è impossibile trasferire giocatori che fanno parte dell'ossatura della squadra".
"Può essere finalizzatore e risolutore, il terminale del nostro gioco. Ha fatto due gol, è molto attivo".
"Il ruolo del manager è avere un taccuino di grandi nomi e ambizioni; non riduco il valore di Arnautovic, ma prima avevamo altri obiettivi. Spiace averlo tolto al Bologna negli ultimi giorni di mercato".
"È abituato a farci vedere bei precampionati, è importante gestirlo a livello fisico. Se si allena con continuità, può darci un apporto valido".
"L'esperienza nasce dal vivere determinate emozioni, la sconfitta ti dà la rabbia di voler dimostrare di essere bravi e competitivi. La finale di Champions raggiunta è servita moltissimo. 4-5 anni fa avevamo giocatori che non avevano vinto, oggi hanno un'autorevolezza diversa. Rinnovo? Quando c'è accordo, consenso e condivisione di strategia è automatico".
"Porta una cultura della vittoria che serve tantissimo. Quando arrivò Pirlo alla Juventus, aveva vinto col Milan. Cuadrado è valido, ha una cultura della vittoria alle spalle che abbiamo anche noi. Bisogna unire l'entusiasmo del giovane e l'esperienza dell'anziano, che viene trasmessa anche negli spogliatoi in settimana; la differenza la danno gli anziani. I tifosi dell'Inter hanno un grandissimo amore, la passione non si discute. Abbiamo ricevuto critiche sui social, anche via mail ma fa parte del gioco: il calcio è cambiato, l'amore verso una maglia ti porta ad essere sfiduciato quando pensi che la squadra non può essere completata, ma non è così".
"Nella classifica generale della stagione bisogna tenere conto di figure come giardiniere, cuoco, nutrizionista e magazzinieri. Possono portare 4-5 punti in più; il nostro nutrizionista l'abbiamo 'prestato' alla Nazionale con piacere. L'alimentazione è fondamentale, in passato non era così. Oggi c'è un'altra velocità rispetto al passato, devi essere preparatissimo. Per essere in forma a livello fisico devi avere una buona alimentazione".
"Serve gestire lo stress agonistico, confrontarsi con avversari ogni domenica e mercoledì, occorre una pianificazione attenta e far giocare chi sta meglio. La Juventus per esempio può pianificare molto bene l'attività sportiva per una gara alla settimana".
"La fortuna c'è stata ma c'è stato merito: non si arriva per caso in finale. Rifare la stagione dello scorso anno? Lo scudetto coinciderebbe con la seconda stella, sarebbe straordinario".