ZENGA SOGNO ALLENARE INTER - L'ex portiere dei nerazzurri, al Corriere della Sera: "Ancora oggi per strada i tifosi dell'Inter mi fermano".
"Era il mio sogno di bambino che si avverava: tifavo Inter da sempre, andavo in curva, avevo fatto il raccattapalle a San Siro. E finalmente, dopo anni in provincia, tornavo a casa".
"Allenare l'Inter un sogno? Lo è sempre stato, ho fatto tutta la trafila delle giovanili, ho lavorato in sede, ora sono una legend. Nella vita è importante inseguire un grande sogno, fa niente se si avvera o no. La mia soddisfazione è che ancora oggi per strada i tifosi dell'Inter mi fermano ed è come se avessi smesso di giocare l'anno scorso. E anche quando qualcuno di un'altra squadra mi dice cose poco carine, non mi offendo: vuol dire che un segno l'ho lasciato nonostante l'ultima partita ufficiale sia stata l'11 maggio 1994".
"Prima della Supercoppa a Riad ho rivisto Ferri. Gli ho detto: 'Dai Ricky, cambiamoci e scendiamo in campo. E' bello vedere che gli altri fanno qualcosa di importante: Maldini dirigente del Milan, Costacurta e Bergomi impeccabili commentatori di Sky, Ferri team manager dell'Inter. Klinsmann? Quando l'ho incontrato a Doha ci siamo abbracciati come alla fine di una partita".
"La mia fortuna è che ho sempre avuto un piano B per non stare a casa in attesa d'una telefonata. Ho fatto radio, tv. Sono mourinhiano: dove vado, divento un ultrà dei miei ragazzi. Ho avuto tanto da Catania e Palermo. A Crotone ho lasciato l'anima. Poi la Samp, il Venezia. Ogni città mi ha dato qualcosa".
"Un interista sfegatato, simpatico e di compagnia. Mi fa incazzare solo che non mi abbia mai invitato a Sanremo".