BASTONI CARRIERA INTERVISTA - Alessandro Bastoni, insieme ad altri atleti, si è raccontato nel libro "Non è solo fatica, è amore". Nel suo intervento il difensore dell’Inter ha raccontato delle sue origini sul campetto dell’oratorio e degli allenatori che hanno segnato la sua carriera. Queste le parole del nerazzurro.
"È iniziato per gioco e per passione. Ero un bambino molto timido, introverso. Poi sono cambiato con il tempo. Forse facevo fatica anche a relazionarmi con gli altri miei coetanei, ma giocando lì si è azzerato ogni tipo di pregiudizio e di problematica. Erano bei tempi. E oggi sono convinto che se sono diventato così lo devo sicuramente a quell’inizio, all’oratorio, inteso come luogo, ma anche come comunità di persone, dagli animatori ai compagni, che mi hanno aiutato a crescere con sani valori. Sarò per sempre grato a loro".
"Fare il nome di un solo allenatore sarebbe ingeneroso nei confronti di tutti i tecnici che mi hanno allenato. Ognuno mi ha lasciato qualcosa di importante, un segno, un valore che porterò sempre con me. Poi chiaramente nel grande palcoscenico della Serie A, Gasperini è stato fondamentale per me. Perché? Uno che ti chiama in prima squadra quando hai 16 anni te lo ricordi. E all’epoca giocavo nell’Atalanta che puntava già all’Europa. Gli riconosco il coraggio di aver puntato su un giovane e il merito di averci creduto, forse ancor prima di me. Sapendo che c’è qualcuno che crede in te è più facile poter ripagare la fiducia".
"Con lui è arrivata la consacrazione, coincisa con l’arrivo all’Inter. È come se avessi fatto un salto di qualità. Conte è un trascinatore, un motivatore, che fa delle richieste precise ai suoi giocatori cercando di trasferire una mentalità vincente. Gli devo tanto".