Calhanoglu: "Sono contento di essere all'Inter"

16 Novembre 2021
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Redazione NR
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INTERVISTA CALHANOGLU - Hakan Çalhanoğlu è intervenuto ai microfoni di 433. Il centrocampista ha parlato della sua carriera e del sua approdo in Italia ma non solo. Ecco le parole del turco.

L'infanzia di Calhanoglu

"Ero un bambino con grandi sogni, mio padre era molto severo con me. Volevo sempre giocare a calcio e sfruttavo ogni momento per farlo. Giocavo con i ragazzi più grandi. Ho cercato di fare le cose fatte per bene sempre, per inseguire i miei sogni ed essere quello che sono oggi. Sono orgoglioso di me, la mia famiglia mi supporta in ogni momento. Mio padre è sempre stato con me, mi ha accompagnato in tutti i tornei ed è sempre stato dietro di me. Per questo devo dirgli grazie, come devo sempre ringraziare la mia famiglia. Era anche il mio allenatore, era molto severo. Mi diceva sempre: 'La squadra perde se tu non giochi bene'. Sono sicuro che anche lui ora sia orgoglioso di me. Mio fratello? Siamo una cosa sola, abbiamo iniziato a giocare insieme. Si è infortunato alle ginocchia e ha dovuto smettere di giocare. Ora abbiamo una scuola calcio in Germania e lui lavora lì con i bambini, è felice. Anche lui mi è sempre stato accanto. Era un grande talento".

Orgoglio turco

"Io sono nato in Germania, ma mia famiglia veniva dalla Turchia. Ho comunque sempre avuto in testa di giocare in Nazionale per la Turchia. Sono orgoglioso di questa decisione, anche perché mi dicevano sempre che se avessi giocato per la Germania sarebbe stato più facile arrivare in un grande club come l'Inter o il Barcellona, ma alla fine ci sono riuscito lo stesso. Ora gioco nell'Inter e nella Nazionale turca. E' la dimostrazione che, se credi in testo, puoi raggiungere qualunque cosa".

La scelta della Nazionale

"C'era tutta la famiglia seduta a tavola, e io chiesi cosa fosse meglio, se giocare con la Germania o per la Turchia. Tutti mi risposero di scegliere la mia patria, dunque decisi di giocare per la mia nazione. Sono un ragazzo turco e sono orgoglioso di giocare per il paese che amo".

Calhanoglu sulle punizioni

"Talento o allenamento? Dico sempre 50-50. A Manheim avevo un allenatore che ogni volta mi faceva provare per molto tempo, e mi diceva sempre che sarei potuto diventare il miglior calciatore di punizioni se avessi lavorato duro. Mi sono allenato tantissimo per arrivare a questo punto. Credo nelle mie capacità in questo fondamentale".

Il passaggio al Milan

"Dopo un'ottima stagione, andai dal ds del Bayer e gli dissi che volevo andare via per giocare la Champions League. Era il mio sogno. Mi diede il via libera, anche se nel contratto non c'era questa opzione. Ma quando un amico ti dice di sì, io do peso a quelle parole. Quando arrivarono le offerte, però, lui cambiò idea. Rimasi scioccato da questo comportamento. Insistetti affinché mi concedesse di partire. Sai, per i tifosi è sempre il calciatore a essere colpevole, perché non sanno davvero cosa accade. Alla fine, andai via dopo anni fantastici. Sono stato molto bene lì, ho ancora tanti amici. Un grande club".

La scelta dell'Inter

"Il mio contratto era in scadenza. Al Milan ho trascorso quattro anni e rispetto tutti, sono rimasto in contatto con tutti e ho un gran rapporto con le persone che sono ancora lì. Non ho problemi. Ma volevo una nuova sfida per la mia carriera e ho deciso di andare via insieme alla mia famiglia. Sono contento di essere all'Inter, un grande club che ha vinto lo scudetto l'anno scorso e che gioca in Champions League. Ovviamente c'è tanta concorrenza, dato che ci sono giocatori di grande qualità. Avevo bisogno di questa nuova sfida. Bisogna guardare avanti, non indietro. Sono grato al Milan, sono stato bene lì e non ho problemi con nessuno".

I primi giorni in nerazzurro

"Tutti all'Inter sono molto gentili. Ricordo quando l'allenatore (Simone Inzaghi, ndr) durante l'Europeo mi ha chiamato 3-4 volte. Ha voluto fortemente che arrivassi all'Inter, così come i dirigenti, che mi hanno chiamato e mi hanno parlato del mio futuro in nerazzurro. Sapevo già da prima che l'Inter era una squadra forte, anche perché hanno vinto molti derby contro il Milan, vinceva molto di più dei rossoneri. Mi sono detto: 'Dai, l'Inter è un'ottima scelta'. Ricordo che sono arrivato ad Appiano il primo giorno e non c'era nessuno (ride, ndr), perché erano tutti a giocare l'Europeo. Ero da solo. Poi, pian piano, sono tornati tutti ed è stato bello perché mi hanno riservato una grande accoglienza. Mi sono sentito a mio agio. Tutte le persone che lavorano ad Appiano sono molto gentili e ti fanno sentire parte della squadra".

Calhanoglu sui compagni

"Sono in ottimi rapporti con tutti, specialmente con Dumfries e de Vrij, dato che loro parlano olandese, che è simile al tedesco. Sono molto vicino a loro".

Inzaghi

"Conoscevo Inzaghi da quando allenava la Lazio, con il suo 3-5-2. Un gioco d'attacco, ho un grande rapporto con lui fin dal primo giorno. Ho lavorato duro e il mio debutto contro il Genoa è stato ottimo, anche per il gol. Sapevo che i tifosi dell'Inter si aspettavano qualcosa da me, dato che arrivavo dal Milan. Se arrivi qui devi dimostrare qualcosa e ci sono riuscito".

Gli obiettivi

"Non voglio parlare troppo. Ma di certo vogliamo vincere lo scudetto e fare bene in Champions League, dove vogliamo vincere ancora contro lo Shakhtar. C'è anche la Coppa Italia, che vogliamo vincere. Vogliamo vincere tutto, questo è anche il mio sogno. Voglio sollevare tanti trofei e mostrarli ai miei figli dicendo: 'Ho vinto questo e quest'altro mentre giocavo all'Inter'".

Calhanoglu sul futuro

"Intanto, voglio giocare bene e fare un buon lavoro in questi tre anni all'Inter. Dopo la carriera da calciatore mi piacerebbe allenare, vedremo cosa accadrà dopo questi tre anni. Non so se resterò in Europa".

Il popolo turco

"Sono pura emozione, amano alla follia la loro patria e sono molto attaccati alle tradizioni, è difficile da spiegare a parole".

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