ESCLUSIVA BERNARD SIMONDI HAKIMI - Bernard Simondi, ex calciatore e noto allenatore francese con svariate esperienze in giro per il mondo, tra cui quelle in Africa. In esclusiva per Nerazzurrisiamonoi.it racconta la sua incredibile carriera e la forza tecnico-tattica di Achraf Hakimi.
"Ho iniziato a giocare nel Tolone a diciassette anni nel 70/71, squadra della mia città natale, in quel periodo la squadra militava in serie b francese. Dopo sette anni passati con loro mi sono trasferito a Laval per giocare in serie a, ho giocato per quattro anni. Negli ultimi anni della mia carriera da giocatore ho indossato le maglie del Tours e del Saint-Étienne. Ho fatto quindici anni da calciatore professionista (sette in Serie B e otto in Serie A). Nell'ultima esperienza da giocatore ho subito un infortunio al crociato e ho iniziato a studiare per diventare allenatore".
"La prima squadra che ho allenato è stata l'Al-Nassr in Arabia Saudita, successivamente sono tornato in Francia allenando squadre di Serie C fino ai primi anni '90 quando ho deciso di tornare a Tolone. Ho allenato molte squadre in Francia, sono stato anche in Benin dove ho passato tre anni da direttore tecnico, per la prima volta quella nazionale ha raggiunto la qualificazione per la Coppa d'Africa. Sono stato in Tunisia con l'Étoile du Sahel dove abbiamo giocato una finale di Champions League africana. Nel 2008 sono andato ad ES Sétif vincendo la Champions League araba, sono andato anche in Qatar, Algeria e Oman fino ad arrivare in Marocco dove ho allenato la nazionale U23".
"Ricordo che quando abbiamo vinto la Champions League col ES Sétif è stato un anno particolare per tutti i tifosi, ci hanno regalato emozioni irripetibili. Anche in Guinea, quando ho allenato la nazionale avevo una rosa molto forte e competitiva, c'erano tanti calciatori che giocavano nei top club europei. Ricordo che durante le partite in pomeridiana lo stadio era pieno già alle undici di mattina, i tifosi trasmettevano un'energia unica. Dovevamo entrare in campo con l'autobus perché all'esterno c'erano troppi tifosi, anche dopo la partita per tornare in albergo la strada non si vedeva dalla troppa gente, davvero incredibile".
"La famiglia da parte di mia mamma è pisana di Uliveto Terme. Ho avuto un contatto con un mio amico di Montpellie che mi ha portato a Pisa quando la squadra militava in C1, ho conosciuto il presidente e mi ha spiegato il progetto per cercare di risalire in Serie B. Per me era importante la città di Pisa visto il legame con la mia famiglia, ci passavo sempre le estati quando finiva la scuola. Purtroppo in quel periodo non ero consapevole del prestigio della C1 italiana perché in Francia non era nemmeno considerata professionistica". Simondi non nega la voglia nonostante le difficoltà della lingua italiana di fare un'esperienza con un club in Italia e dice: "Io voglio sempre fare nuove esperienze, per un allenatore straniero come me è difficile venire in Italia, sopratutto in questi ultimi anni dove sono cambiate un po' di cose per noi tecnici".
Negli ultimi anni il gioco del calcio si è evoluto diventando sempre più tattico, sempre più utilizzata la difesa a tre con la costruzione dal basso, Bernard Simondi a riguardo dice: "Fino a qualche temo fa ogni nazione era divisa per un modo di giocar ben preciso. In Italia c'era il catenaccio, in Germania si cercava spesso l'uno contro uno e in Inghilterra c'era molta fisicità. Ora giocano tutti allo stesso modo, la costruzione dal basso è una buona cosa. Ci sono tutte le informazioni su tutte le squadre, è importante la creazione dalla parte difensiva ma bisogna trovare l'equilibrio giusto per passare alla fase offensiva. Bisogna avere un progetto di gioco offensivo, ogni squadra lo fa alla propria maniera. Ora in Italia c'è molta strategia, si gioca un calcio fin troppo preciso".
"Achraf è un giocatore che ha molte qualità fisiche, è veloce, costante nel lavoro e ha la possibilità di ricoprire sia la fase difensiva che quella offensiva, è perfetto per il 3-5-2 di Conte, il tecnico era consapevole delle qualità del giocatore e lo ha preso apposta. Fisicamente è forte, quando lui si trova in fase offensiva con la sua velocità e la sua qualità tecnica diventa sempre pericoloso. Inizialmente in Italia lo definivano terzino, ma non è il suo ruolo, è un giocatore completo per l'intera corsia. Hakimi nonostante la giovane età è forte anche fuori dal campo, è un ragazzo con la testa sulle spalle".