Riapertura stadi, il Premier Conte frena: "Non è il momento di far rientrare i tifosi negli impianti"

6 Settembre 2020
- di
Redazione NR
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CORONAVIRUS CONTE STADI - Qualcuno, come la Juventus, si era già mosso ufficialmente per ottenere dalla Regione - nel suo caso il Piemonte, ndr - il via libera per una riapertura parziale al pubblico del proprio impianto. Il dibatitto attorno al possibile ritorno dei tifosi allo stadio era ed è molto vivo. Si stavano studiando soluzioni su come garantire una presenza non superiore al 30% mantenendo in essere le misure di prevenzione Anti-Covid. Tutte le società erano in attesa di un pronunciamento da parte del Governo per iniziare a mettere in atto i criteri di ingresso allo stadio, ancora allo stato embrionale. Ecco il parere del Governo, seppur attraverso una semplice intervista, è arrivato ieri: il Premier Conte ha detto no. Di seguito le sue parole rilasciate a Il Fatto Quotidiano.

Coronavirus, le parole di Conte sulla possibile riapertura degli stadi

"Nello stadio l’assembramento è inevitabile, dentro, come entrando e in uscita. L’apertura la trovo inopportuna. Non ci sarà più un lockdown generalizzato. I numeri continuano ad essere non trascurabili ma non siamo più davanti alla esplosione di una pandemia. Ci siamo strutturati con un sistema di monitoraggio che ci permetterà ragionevolmente di intervenire in modo mirato e territorialmente circoscritto. La vera sfida che ci attende è quella di affrontare i nodi strutturali che hanno impedito all’Italia di crescere".

Brusaferro (ISS) aveva anticipato il Conte-pensiero

Già Silvio Brusaferro, Presidente dell’Istituto superiore di sanità, aveva precedentemente dato il suo parere negativo in un’intervista al Corriere della Sera. Di seguito le sue parole: "I raduni di massa sono considerati al mondo come il massimo livello di rischio che non è legato solo all’evento. Ci sono una serie di problemi nel gestire l’ingresso e l’uscita delle persone. Il CTS ritiene che allo stato attuale non ci siano le premesse per eventi con spettatori e la preoccupazione è anche quella di non sovraccaricare il sistema di altri fattori di rischio".

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