MORIERO MILAN INTER - Francesco Moriero, ai microfoni di calciolecce.it, spiega perché scelse l'Inter e non il Milan. E motiva il soprannome di 'sciuscià'.
"Ricordo la prima gara a San Siro con il Brescia, il momento in cui entrò Recoba. Era davvero impressionante, in allenamento calciava da porta a porta. In quell'incontro fece l’1-1 e poi segnò una punizione contro Cervone, una bestia che chiudeva la porta da palo a palo. Il Chino batté una punizione terrificante e mi venne spontaneo il gesto dello sciuscià, il ragazzo che lustrava la scarpa. Per me è un ringraziare il compagno per il gesto tecnico che ha fatto. Ricordo di aver lucidato anche la testa a Bergomi dopo un suo gol. Un gesto istintivo come me".
"Una volta arrivato a San Siro, fu proprio Zanetti il primo ‘problema’ con cui ho avuto a che fare. Togliergli il posto era impossibile, mi sudai la maglia allenamento dopo allenamento; dopo le sedute mi fermavo a fare i traversoni per Simeone. A un certo punto Simoni parlò con Pupi e disse: ‘Moriero è bravo, vuoi passare a sinistra?’. Javier umilmente accettò ad andare terzino sinistro. Questo per farvi capire chi è un campione".
"Andai via dalla Roma a parametro zero, prima di lasciare ebbi la fortuna di vedere la crescita di un campione come Francesco Totti. Sarei dovuto andare al Derby County, ma mi chiamò Galliani per trasferirmi al Milan. Dieci giorni dopo, però, Mazzola mi disse dell’idea nerazzurra e subito accettai. L’Inter aveva preso Ronaldo, Zamorano, Zanetti, già m’immaginavo giocare con quei compagni straordinari".